Storia del Bidet
Dopo aver parlato in un precedente articolo delle origini dell’altro elemento importante del bagno, ossia del Wc e della sua lunga storia, per par condicio, non posso trascurare l’altro compagno di avventure ossia il bidet che ha una storia decisamente più breve ma comunque interessante . Il suo nome deriva dal francese bidet, termine che significa “piccolo cavallo “. L’omonimia è dovuta alla somiglianza della posizione che si assume durante l’utilizzo del bidet con quella della cavalcata del pony. La parola ha una radice celtica ossia bid, che significa “piccolo”, e bidein, che vuol dire “piccola creatura”. Anticamente era detto anche bidetto.
L’igiene ai tempi dei romani
La storia del bidet , trova tracce negli antichi “cessi” romani ( Cesso non è una parolaccia: deriva dal latino “recessus“) dove nasce un suo antenato: un sedile in pietra o marmo bucato, sul quale erano appoggiate delle tavole in legno, anch’esse bucate. Per la pulizia era predisposta una canaletta che faceva scorrere acqua pulita così da poter bagnare una spugna infilata in un manico di legno che serviva a detergersi.
Provate ad immaginare una trentina di persone completamente nude che immergono la spugna in una canaletta a pavimento, dove scorre l’acqua pulita e poi vanno a cercarsi un sedile libero sul quale sedersi e detergere con vigore le proprie intimità.
In realtà di Intimo , in questi luoghi, pare non vi fosse proprio nulla!
Il medioevo del bidet
Con l’invasione dei barbari la pratica della pulizia del corpo viene abbandonata, e a penalizzarla ulteriormente ci penserà il Cristianesimo che vedeva la pratica di pulirsi come una forte tentazione di peccato (se non un peccato vero e proprio!).
Abbandonata l’igiene si passò a glorificare, addirittura, l’anti-igiene fino ad arrivare, nel tardo Medioevo, al pregiudizio che la virilità fosse legata alla sporcizia e che lavarsi troppo indebolisse il fisico.
Cito, ad esempio, il caso di una nobildonna di origini bizantine, che poco dopo l’anno 1000 arrivò a Venezia in sposa del Doge.
La poveretta aveva delle strane usanze: si lavava spesso, anche due volte alla settimana, e usava le forchette, anziché le mani per mangiare. Questi inaccettabili comportamenti suscitarono lo sdegno non solo degli uomini ma anche quello di Dio: la peccatrice fu punita con una malattia orribile, la peste.
A dimostrazione di come all’epoca, si credesse che l’eccessiva pulizia corrompesse l’animo ed anche il fisico.
Tempi orribili per il nostro, povero, bidet.
Origini vere
Non ci si crederà ma anche se l’Italia è il paese in cui è oggi, più diffuso, il bidè sembra abbia origine in Francia tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo.
Stando alle cronache , il primo modello di bidè, fece la sua comparsa nel 1710 anno in cui tale Christophe Des Rosiers lo installò presso l’abitazione della famiglia reale francese . Sembra poi che , Madame De Prie, l’amante di Luigi-Enrico di Borbone-Condé, Primo Ministro di Luigi XV, lo avesse ricevuto mentre si trovava a cavallo di uno strano “sgabellino a forma di violino”.
Seppur abbastanza diffuso nelle case aristocratiche, il bidè non ebbe grande successo a causa della scarsissima attenzione per l’igiene dell’epoca, e così finì per trovarsi prevalentemente nei bordelli, usato dalle prostitute.
E in Italia ?? Sembra che , sempre nel ‘700, Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, regina di Napoli, ne fece installare uno nella sua stanza da bagno , nella Reggia di Caserta, vicino al water, alla vasca e al lavandino ignorandone l’etichetta di «strumento di lavoro da meretricio»
Tempi recenti
Dal 1900, con la diffusione delle tubature all’interno delle case private, il bidet divenne un oggetto utilizzato non più in camera da letto, ma nel bagno, insieme al vaso sanitario, che sostituiva il pitale tenuto in camera.
Quindi , a partire dal XX secolo, nel nostro paese, questo sanitario comincerà a trovare collocazione nelle stanze da bagno. In realtà la vera diffusione in Italia ci sarà solo in tempi relativamente recenti ossia dopo il secondo dopoguerra. Prima infatti, tanto i gabinetti comuni delle case operaie dei grandi centri urbani, quanto le latrine contadine ne erano generalmente privi.
Ancora negli anni ‘60 del Novecento non era raro che soprattutto i nuovi immigrati nelle grandi città del nord usassero il bidet come lavatoio per i panni o «pulisci piedi». Adesso, la patria del bidè è proprio il nostro Paese.
Diffusione nel mondo
Europa
I bidet non sono presenti più o meno in tutti i paesi europei ma sono tuttavia comuni solo in Grecia, Albania, Spagna e Portogallo, paesi nei quali l’installazione di un bidet fu resa obbligatoria nel 1975.
Secondo un sondaggio francese del 1995, è l’Italia il paese in cui il bidet è utilizzato più di frequente (97%), seguito al secondo posto dal Portogallo
(92%) e dalla Francia al terzo (42%).
In Germania il suo uso è raro (6%) e nel Regno Unito rarissimo (3%). Basti pensare che negli anni ‘60 ce n’era uno ogni mille abitanti e che tutt’oggi la situazione rimane invariata.
Americhe
In America Latina i bidet si trovano in Paraguay, Cile e soprattutto, in Argentina e Uruguay, dove sono installati nel 90% delle case private; sono
abbastanza comuni anche in Medio Oriente.
In Giappone, sono pressoché assenti, ma vengono sostituiti nella funzione da un sanitario che unisce le prerogative del water e quella del bidet, detto washlet, presente nel 60% delle case private e non di raro negli alberghi. Nel 1960 invece ci fu l’introduzione sul mercato italiano di un sanitario, risultante dall’unione del water con il bidet, particolarmente utile in piccoli ambienti ma non ebbe molta fortuna. Solo ultimamente , nel nostro paese sta incontrando qualche favore e sta trovando diffusione. Tempo fa ho parlato in un altro articolo di questa innovazione .
In Francia, paese d’origine del bidet, si è assistito ad una diminuzione dell’uso dello stesso, passato dal 95% di presenza nei bagni nel 1970, al 42% nel 1993 e una grande quantità di persone ha eliminato il bidet dalla propria casa.
Un fenomeno analogo si sta riscontrando in Spagna, anche se gli appartamenti di lusso e con almeno due stanze da bagno continuano a esserne equipaggiati.
La rarità del bidet in alcuni paesi (come gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito) spesso si collega a pregiudizi sull’igienicità di questo apparecchio sanitario. Gli statunitensi videro probabilmente per la prima volta il bidet nei bordelli francesi, durante la seconda guerra mondiale e per lungo tempo, nell’immaginario collettivo è rimasta questa associazione .
Il bidet ha dei trascorsi tribolati: guardato con diffidenza in passato, quando era usato solo nei bordelli, boicottato nei paesi anglosassoni, minacciato dai wc ipertecnologici odierni e dalle esigenze di spazio nei bagni da ristrutturare. È destinato a finire nei musei della ceramica?
Personalmente io credo di no ma sicuramente andiamo verso soluzioni diverse dal passato con sanitari multi-funzione , ipertecnologici o soluzioni con Kit doccia-bidet in grado di ottimizzare soprattutto i problemi di spazio delle case moderne. Quel che è certo è che per noi italiani rimane un componente irrinunciabile del nostro bagno e sono convinta che questo sanitario abbia un futuro . Molte aziende ceramiche , ne stanno proponendo di nuovi , colorati, anche opachi con dimensioni adatte ai piccoli spazi ed in grado anche di mascherare gli scarichi e i vecchi attacchi al muro, senza dover mettere mano a demolizioni e costosi interventi dell’idraulico.




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